Quando il pene perde la sua DINAMICITA': patologia della erezione molto frequente anche nei giovani.

il pene non raggiunge la perfetta e massima tumescenza e ciò comporta una erezione insoddisfacente , dinamicamente non valida, scarsa , talora di breve durata e con alterazioni della sensibilità. La causa è certamente organica, sia pure accompagnata spesse volte da ansia di prestazione. E' necessaria la diagnosi precoce da parte dello Specialista che prescriverà la migliore e più efficace terapia.

Quali sono i disturbi segnalati dal paziente : la sintomatologia, talora già a 20-25 anni di età , è veramente lieve, molto sfumata, e non costantemente presente, per cui il paziente può esser indotto a sottovalutare il disturbo. Ma successivamente il deficit sessuale si fa più costante ed evidente con sensazione di fastidio o dolorini al pene , formicolii al glande, calo di desiderio sessuale, modifica della sensibilità del glande , anche eiaculazione precoce, e difficoltoso mantenimento della rigidità del pene.

In tali frangenti è facile intuire come i fattori psicologicisiano in campo giocando un ruolo importante sul processo erettile amplificando ed alimentando il disturbo sessuale stesso, come la ansia di prestazione , ma generalmente il paziente, soprattutto se non ha una partner fissa con cui confidarsi , preferisce evitare di rivolgersi tempestivamente al proprio Medico di Famiglia o allo Specialista urologo/andrologo , ipotizzando che tutto dipenda solo da stanchezza e stress e pure sperando che tutto possa rientrare spontaneamente nella norma, oppure cercando rapide soluzioni navigando in internet per reperire la pastiglia miracolosa o altre terapie “fai da te” che non possono portare a risultati soddisfacenti, mentre la patologia continua a svilupparsi ed a crescere.

Oggi sempre più persone credono di trovare risposte corrette alla proprie domande in ambito sanitario rivolgendosi in internet … al Dott Google che assume in tal contesto la veste ed il camice di medico e farmacista , ma mancando la diagnosi espressa dallo specialista è impossibile una terapia corretta sulla base di una ricetta che deve essere sempre personalizzata , cioè su misura per quel preciso paziente, non valida cioè per altri pazienti, e ovviamente prescritta dallo Specialista .

Da segnalare che in questi casi, non ci sono placche o aree indurite all'interno del pene, come avviene ad esempio in una diversa patologia che è la induratio penis plastica, e pertanto non ci sono deviazioni dell'asse del pene ciò incurvamenti vari, né il pene tende a ridursi in lunghezza per cui il paziente palpandosi il proprio organo genitale non riscontra nulla di anomalo ed anche tale fattore spiega perchè il paziente attenda e lasci trascorre troppo tempo prima di rivolgersi al Medico.

Di quale patologia si tratta ? : è una vera e propria malattia del pene che comporta uno stato di fibrosi, cioè di scarsa elasticità dei tessuti del pene che pertanto ha difficoltà ad espandersi che può colpire sia la guaina di rivestimento, chiamata albuginea, dei due corpi cilindrici cavernosi situati nel pene stesso , sia anche il setto mediano che separa i due corpi cavernosi , e ciò viene a determinare da lato clinico-sintomatologico una scarsa espansibilità ed estensione dei corpi cavernosi stessi , con evidente ostacolo per una corretta tumescenza e quindi turgore del pene, per cui il processo di erezione è scarso , deficitario e pertanto giudicato non soddisfacente dal paziente stesso, ma pure dalla coppia.

Le cause della malattia : attualmente vari studi clinici e istopatologici con immunoistochimica indicano che le cause sono essenzialmente due : alterazioni autoimmunitarie su base infiammatoria, oppure numerosi microtraumi al pene ripetuti nel tempo anche se non avvertiti dal paziente stesso , cioè senza dolori, e quindi non si tratta di eposodi di rottura del pene o altri eventi traumatici di rilevante importanza che per di più sarebbero certamente ricordati dal paziente, ,ma semplicemente il ripetersi di piccolissimi traumi magari per la eccessiva masturbazione o per rapporti sessuali avvenuti in posizioni tali che costringono il pene a subire un eccessivo sforzo sulle sue strutture cavernose.

Comunque da tutto ciò, sia da causa immunologica sia microtraumatica consegue la insorgenza di un processo infiammatorio -vasculitico che determina una proliferazione di fibroblasti e disorganizzazione della fibre collagene , con la insorgenza di aree di fibrosi spesso plurifocali cioè in vari punti a carico dei corpi cavernosi e del setto, aree che presentano una ridotta elasticità . Inizialmente la fibrosi, che ha una incubazione generalmente lunga e senza disturbi al paziente, è di pochi millimetri ma la malattia tende sempre a progredire talora con lentezza ma altre volte con improvvisi peggioramenti, per cui il decorso clinico è sempre imprevedibile, aumentando di dimensioni , dagli iniziali pochi millimetri anche a 3-4 centimetri , ed in varie parti dei corpi cavernosi o del setto intercavernoso, associato alla insorgenza di calcificazioni : tutto ciò spiega il danno che si ripercuote sul pene che è organo di massima dinamicità in cui la elasticità delle strutture peniene, - corpi cavernosi, setto intercavernoso e corpo spongioso dell' uretra - gioca il ruolo determinante al fine di permettere al pene di raggiungere rapidamente la massima rigidità e turgore.

Tutto ciò indica come la diagnosi precoce sia estremamente utile in quanto è possibile la guarigione totale se la terapia specifica è instaurata nelle prime fasi della malattia.

Diagnosi : il medico specialista Andrologo o l' Urologo particolarmente esperto nelle malattie andrologiche , è sempre in grado di accertare se i disturbi lamentati dal paziente abbiano una causa organica , anche se il fattore psicologico è frequentemente presente : in questi casi di riferita scarsa tumescenza peniena la visita andrologica accanto alla precisa raccolta anamnestica e l' esame obbiettivo clinico generale prevede la accurata palpazione del pene e delle sue strutture anatomiche consentendo già allo specialista ,nella prima visita, di formulare una fondata diagnosi di presunta patologia fibrotica . La visita specialistica riveste quindi un ruolo di massima importanza ed è il primo anello del percorso diagnostico che verrà consigliato e prescritto: nella visita andrologica lo specialista non solo riscontra la presenza di fibrosi, ma ne segnala le sedi , in quanto questa patologia è spesso volte plurifocale e cioè a carico di varie aree del corpo cavernoso, o del setto, e tali dati saranno di immensa utilità quando verranno riferiti allo specialista esperto in ecografia ed elastografia per una valutazione anzitutto globale del pene, ma soprattutto “mirata” sulle aree segnalate dall' andrologo.

Da tutto quanto detto, è ben intuibile da parte del lettore come la scarsa elasticità prodotta dalle aree fibrotiche possa essere valutata esclusivamente con esami diagnostici, come la elastosonografia, che accertino il grado di elasticità del tessuto e ne valutino il grado espresso in Kpa, oltre che le dimensioni delle aree patologiche.

E' noto come da qualche anno la elastosonografia ha trovato razionale collocazione come esame di indiscussa e primaria importanza nella diagnostica delle disfunzioni erettili e della fibrosi in particolare. Infatti la imaging color-doppler e l'ecocolordoppler penieno “dinamico”, forniscono utili dati inerenti la emodinamica peniena, valutando se sussiste una insufficienza arteriosa od un patologico meccanismo venoso-occlusivo , ma non sono in grado di giudicare la elasticità dei tessuti e quindi valutare fibrosi nei suoi aspetti dimensionali ed elastici, cosi come anche la classica ecografia peniena non consente di avere dati inerenti la elasticità . Con la elastosonografia , abbinata alla ecografia “basale” si realizza una specie di “palpazione elettronica” , non invasiva e del tutto indolore, estremamente precisa e sensibile che permette la valutazione della elasticità della tunica ,del setto e del tessuto erettile cavernoso che viene espressa in valori KPa .mentre le aree di fibrosi dei corpi cavernosi o del setto intercavernoso , sospettate già durante la visita specialistica andrologica, vengono accuratamente misurate in senso dimensionale , in lunghezza,larghezza e spessore : la elasticità viene espressa con valori che saranno di poco superiore a 15-20 KPa in caso di lieve-modesta fibrosi , ma raggiungendo anche valori di 100-130 Kpa, e anche più elevati nei casi di malattia avanzata e spesse volte “cronicizzata”.

La elastografia , utilizzata oggi nelle due tecniche Strain e Shear Wave, è esame “operatore -dipendente “ in cui alla alta affidabilità della strumentazione più avanzata deve affiancarsi uno specialista particolarmente esperto in questa innovativa indagine diagnostica , e che effettui tale specifica attività in modo assolutamente continuo e costante , non occasionale ed in simbiosi con lo specialista andrologo, e ciò si rileva come fattore aggiunto di rilevante importanza consentendo la massima accuratezza diagnostica , che è punto base per la terapia mirata.

Ricordo anche come la elastografia associata alla ecografia , oltre ad avere il pregio di essere totalmente “non invasiva “ e quindi senza alcun dolore o disagio per il paziente, sia esame di fondamentale rilevanza per controllare e monitorizzare periodicamente le variazioni elastiche e dimensionali al fine di controllare rigorosamente i risultati della strategia terapeutica prescritta dall'andrologo .

Quali terapie : La terapia ottimale e che consenta i migliori risultati è quella “multimodale” cioè quella che comporta varie associazioni di molecole e farmaci tra di loro , con modifiche delle stesse cure in base al controllo periodico clinico generalmente associato ad esami ecografici 2D-SWE che valutino il grado di Kpa : in sintesi pertanto una strategia terapeutica “mirata” , prescritta e consigliata esclusivamente dallo Specialista , in cui le varie molecole farmacologiche tra loro variamente associate lavorano in modo sinergico, condizione che consente i risultati migliori. Ovviamente la ricetta medica deve essere “sartoriale”, cioè “su misura “, specifica per quel determinato paziente e non adatto ad altri, se si vuole procedere in modo corretto e razionale, che è il presupposto ai fini di ottenere il miglior risultato terapeutico. E' ben evidente a tutti come pertanto la ricetta debba quindi essere quindi “personalizzata “ sia per quanto concerne gli esami diagnostici , sia pure per quanto riguarda la cura da effettuare : gli Autori Inglesi a tal proposito affermano , con una immagine quanto mai efficace , “ On size fits all ”cioè i farmaci non hanno una taglia unica che può vestire tutti !

Occorre ricordare che le terapie della fibrosi devono indirizzarsi rigorosamentre sui seguenti quattro obiettivi , al fine di mirare ai migliori risultati ed anche alla guarigione totale :

  1. Disattivare al più presto la malattia del pene , ciò “ bloccarla “ nella sua costante evoluzione naturale : questo è senza dubbio il primo passo di cura se si vuole fermare la patologia che insorge per una processo infiammatorio.
  2. Ridurre sempre più le dimensioni delle aree fibrotiche , al fine di ripristinare, se possibile, una situazione di normalità. Per mirare a tale obbiettivo occorre fare utilizzo di varie molecole terapeutiche che servono per ridurre la produzione istologica di tessuto collageno e migliorando nel contempo il microcircolo .
  3. Migliorare la elasticità : la fibrosi determina sempre una riduzione della elasticità. Infatti il valore di Kpa delle aree fibrotiche è sempre superiore a 20-25 arrivando pure a valori di Kpa 70-100-130 ed è ben evidente a tutti come la elasticità dei corpi cavernosi sia valore di massima importanza per la corretta erezione del pene , per cui dopo aver ottenuto la “disattivazione “ della malattia occorre anche utilizzare vari farmaci al fine di migliorare le fibre elastiche della albuginea di rivestimento dei due copri cavernosi ed il setto intercavernoso.
  4. Migliorare la circolazione arteriosa e venosa dei corpi cavernosi che generalmente è danneggiata dalla fibrosi stessa, come evidenziabile da un penogramma o da ecocolordoppler dinamici.

Dove riceve

Il prof. Alberto Roggia effettua visite specialistiche private di ANDROLOGIA negli studi di Varese e Gallarate, tutti facilmente e rapidamente raggiungibili da Milano, Pavia, Novara, Verbania e Como ed anche dal Canton Ticino, dalla Svizzera passando per Stabio-Gaggiolo e Chiasso.

Si fa presente inoltre che presso lo studio di Gallarate le visite sono effettuate il sabato mattina.
Per fissare un appuntamento si prega di telefonare ai seguenti recapiti:
Varese - via Carrobbio 8 – tel.0332.286755
Varese - Centro Medico SME - Via Pirandello 31 - tel. 02 78638500
Varese Campus Medico via Mazzini 10 tel . 0332 1544411
Gallarate - Via Marsala 36 - Centro Medico Le Torri - tel. 0331 775090 - 0331 775091   (qui riceve anche il sabato)

indirizzo di posta elettronica: profroggia@libero.it

 

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Trapianto micro-chirurgico di nervo surale nel tumore prostatico per mantenere l’attivita’ sessuale - Professore Alberto Roggia
ANDROLOGIA
Disfunzioni Erettili - Disfunzioni Sessuali
Trapianto micro-chirurgico di nervo surale nel tumore prostatico per mantenere l’attivita’ sessuale

Il tumore prostatico guarisce perfettamente in un’altissima percentuale di casi quando è possibile una chirurgia radicale completa: asportazione della prostata e delle vescicole seminali, associata talora dalla asportazione di linfonodi vicini alla prostata.
Ciò purtroppo si associa ad un’alta percentuale di deficit di erezione o impotenza vera e propria perché asportando la prostata ed i tessuti vicini ad essa, non sempre si riesce a salvare i nervi dell’erezione che passano adiacenti alla prostata stessa.
Quando il tumore è certamente dentro la capsula prostatica, lo specialista urologo fa di tutto per risparmiare tali nervi, e ciò è possibile soprattutto quando si opera con tecnica che prevede l’utilizzo di telescopi/microscopi di ingrandimento per poter utilizzare strumenti di altissima precisione, definiti da “gioielliere” (vedi sito www.prostata.profroggia.it con vari articoli e disegni sul nervo e visiona filmati Rai in questo sito) .
Se però il tumore è sulla superficie esterna della capsula prostatica e quindi non è contenuto entro la prostata stessa, è ovvio che per asportare tutto il tumore si debba asportare anche il nervo dell’erezione: se rimanesse un solo nervo da un lato, l’erezione del pene può essere molto scarsa o totalmente insufficiente per un’idonea attività sessuale.

Nel 1997 negli USA, nei principali centri urologici universitari del nord America, hanno messo a punto il trapianto microchirurgico di un nervo e precisamente del nervo surale, che viene prelevato dalla gamba del paziente e innestato con tecnica micro-chirurgica, sempre durante lo stesso intervento di asportazione radicale della prostata malata, al fine di ripristinare, con una specie di “by-pass” nervoso il tratto interrotto.

L’asportazione di tale nervo comporta solo una minima riduzione della sensibilità del mignolo del piede, mentre il paziente potrà correre, camminare, fare le scale, effettuare sport senza alcun danno.
In tal modo, con questo trapianto micro-chirurgico che, va realizzato contemporaneamente alla chirurgia prostatica, l’impotenza è nettamente ridotta, potendo il paziente riprendere l’attività sessuale dopo la rieducazione precoce dei corpi cavernosi del pene.
La televisione italiana RAI Due, ha più volte intervistato il Prof. Alberto Roggia trasmettendo, nella rubrica di “Medicina 33”, alcuni interventi di trapianto di nervo registrati ed effettuati dal Prof. Alberto Roggia.

Pertanto in conclusione, qualora non si abbia la certezza di
risparmiare i nervi dell’erezione, oggidì abbiamo a disposizione per il paziente questa nuova tecnica di trapianto microchirurgico di nervo surale della gamba, coke è ben illustrato nelle foto e disegni qui allegati, si consiglia pure di leggere l’articolo dal titolo: Quando e' consigliabile il trapianto microchirurgico di nervo surale (nerve grafting) per mantenere l'attivita' sessuale nel tumore prostatico.

 

Dove riceve:

Il prof. Alberto Roggia effettua visite specialistiche private e consultazione andrologiche negli studi diVarese, Como, Gallarate, tutti facilmente e rapidamente raggiungibili dal Canton Ticino e dalla Svizzera passando per Stabio-Gaggiolo e Chiasso.

Si fa presente inoltre che presso lo studio di Gallarate le visite sono effettuate il sabato mattina.
Per fissare un appuntamento si prega di telefonare ai seguenti recapiti:

Varese - via Carrobbio 8 – tel.0332.286755

Como - via Dante 13 - Ospedale Valduce - Urologia - tel. 031 324980
(ambulatorio libero-professionale)

Gallarate - Via Marsala 36 - Centro Medico Le Torri - tel. 0331 775090 (riceve il sabato)

indirizzo di posta elettronica: profroggia@libero.it; fax: 0331.775091;